E’ questo il più comune tumore benigno dell’utero, colpisce 1 donna su 5. A partenza dalla parete muscolare dell’utero, può essere unico oppure, come avviene più frequentemente multiplo.
Il suo volume è molto variabile da un piccolo chicco di grano ad una massa che occupa parte dell’addome.
L’accrescimento del fibroma di solito è lento e progressivo, ma talvolta,in tempi relativamente brevi, può andare incontro ad un rapido accrescimento, ciò può verificarsi in gravidanza, oppure dopo i 40 anni.
Sintomi legati alla presenza di un fibroma
Molto spesso il fibroma non da nessun sintomo.
Un sintomo abbastanza frequente sono le mestruazioni abbondanti, presenti in circa la metà delle donne che hanno fibromi.
Un altro sintomo può essere dovuto all’ingombro e alla compressione di organi vicini quando il fibroma ha un grande volume, superiore a 8-10 cm.
La semplice presenza del fibroma non significa necessità di intervento chirurgico.
Si operano solo i fibromi che per il loro volume o per la loro posizione danno fastidio agli organi vicini oppure provocano emorragie non controllabili con le cure mediche.
Diagnosi
Per la diagnosi ci si avvale della visita ginecologica e di indagini strumentali come l’ecografia e l’isteroscopia.
L’ecografia permette di rilevare fibromi che non si sentono con la visita, di fornire informazioni sul numero, le dimensioni e la localizzazione degli stessi.
L’isteroscopia consente di valutare quanto il fibroma impronti o entri nella cavità uterina, un fibroma anche piccolo se intracavitario può essere causa di cicli molto abbondanti.
Terapia
La condotta terapeutica dipende dall’età della donna, dall’entità dello sviluppo del o di fibromi, dall’aver completato la sua famiglia e dalla presenza di una sintomatologia attribuibile al fibroma.
Se la paziente non presente alcun sintomo, l’atteggiamento del medico è di tenere sotto controllo il quadro con un esame clinico ed ecografico ogni 6-12 mesi.
Il ricorso ad una terapia chirurgica è giustificato nei casi in cui il fibroma comporti emorragie che non rispondono a nessuna terapia medica, oppure quando, per il suo volume e posizione,comprima o sposti organi vicini (intestino, vescica e retto), oppure superi il volume di un utero al quarto mese di gravidanza.
L’atto operatorio può comportare la semplice asportazione del o dei fibromi con conservazione dell’utero (si definisce miomectomia), oppure l’asportazione completa dell’utero (si definisce isterectomia totale) o del solo corpo uterino lasciando il collo (si definisce isterectomia subtotale).
Per le forme intracavitarie l’asportazione è praticata per via isteroscopica, mediante resezione o vaporizzazione.
La scelta del tipo di intervento, conservativo o demolitivi, è legata a fattori soggettivi come l’età della paziente, la volontà di conservare la funzione riproduttiva o comunque di conservare l’integrità del proprio apparato genitale, e a fattori obiettivi cioè legati alle caratteristiche del fibroma, alla sua asportabilità, alla sintomatologia, perché la scelta terapeutica deve essere in grado di assicurare con sufficiente sicurezza la risoluzione del sintomo per cui è stata proposta.