L'utero è l'organo dell'apparato femminile dove viene accolto e si sviluppa l'embrione nel corso della gravidanza. Ha la forma di un imbuto rovesciato ed è formato da due parti principali: la parte superiore chiamata corpo dell'utero e l'estremità inferiore detta collo o cervice.
La cervice uterina è in diretto collegamento con la vagina e può essere suddivisa in due parti dette endocervice (quella più vicina al corpo dell'utero) ed esocervice (quella più vicina alla vagina). Le cellule che rivestono la cervice non sono tutte uguali: si parla infatti di cellule squamose nell'esocervice e di cellule ghiandolari nell'endocervice, due tipi cellulari che si incontrano nella cosiddetta zona di transizione.
Tipologie
I tumori della cervice uterina sono classificati in base alle cellule da cui prendono origine e sono prevalentemente di due tipi: il carcinoma a cellule squamose (l'80 per cento dei tumori della cervice) e l'adenocarcinoma (circa il 15 per cento).
Si parla di carcinoma a cellule squamose quando il tumore deriva dalle cellule che ricoprono la superficie dell'esocervice e di adenocarcinoma quando invece il cancro parte dalle cellule ghiandolari dell'endocervice.
Infine, anche se meno comuni (3-5 per cento dei tumori cervicali), esistono dei tumori della cervice che presentano un'origine mista e sono per questo definiti carcinomi adenosquamosi.
Evoluzione
In base al sistema di classificazione FIGO (Federazione internazionale di ginecologia e ostetricia), il tumore della cervice uterina può essere diviso in quattro stadi a seconda di quanto risulta diffuso nell'organismo.
- Stadio I:il tumore è confinato alla cervice uterina.
- Stadio II: il tumore è arrivato alla parte posteriore dell'utero, ma non ha invaso la pelvi o la parte inferiore della vagina.
- Stadio III: il tumore ha invaso la parte inferiore della vagina, la pelvi o i reni compromettendone il funzionamento.
- Stadio IV: il tumore ha invaso gli organi vicini (vescica o retto) e può anche aver dato origine a metastasi in organi più lontani.
Sintomi
Le fasi iniziali del tumore cervicale sono in genere asintomatiche e i sintomi più comuni spesso possono essere legati ad altre patologie di tipo non tumorale. Tra i campanelli d'allarme che possono far sorgere il sospetto di tumore della cervice uterina ci sono, per esempio, perdite di sangue anomale (dopo un rapporto sessuale, tra due cicli mestruali o in menopausa), perdite vaginali senza sangue o dolore durante i rapporti sessuali.
Diagnosi
Negli ultimi anni anche il Pap-test si è rinnovato ed è cambiato soprattutto il modo di leggere i risultati che oggi si basa sulla cosiddetta "classificazione di Bethesda". In termini pratici ciò significa che il ginecologo vi consegnerà i risultati dell'esame interpretati secondo questi nuovi parametri internazionali, molto più precisi dei precedenti.
Se il Pap-test è negativo, l'esame può essere ripetuto dopo tre anni, ma se vengono riscontrate anomalie il medico potrà prescrivere ulteriori esami, come per esempio la ricerca del DNA di HPV o la colposcopia. Quest'ultimo esame, che come il Pap-test dura pochi minuti, è indolore e viene eseguito dal ginecologo in ambulatorio, si basa sull'osservazione ravvicinata della cervice uterina grazie a uno speciale microscopio posto di fronte alla paziente e che permette anche di illuminare la regione da esaminare. Prima di procedere all'osservazione il ginecologo tratta la cervice con una soluzione a base di acido acetico che mette in risalto eventuali aree contenenti cellule anomale che possono essere direttamente prelevate con un apposito strumento.
Una volta effettuata la diagnosi di cancro della cervice possono essere prescritti esami come tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica o tomografia a emissione di positroni (PET) per determinare con precisione l'estensione del tumore.
Come si cura
La scelta del trattamento da utilizzare per la cura del tumore della cervice dipende soprattutto dallo stadio della malattia al momento della diagnosi, ma si basa anche su altri criteri come per esempio, lo stato di salute generale della persona, la sua età e le sue esigenze. Spesso inoltre si procede combinando due o più trattamenti per raggiungere la massima efficacia.
- La chirurgia è una delle scelte possibili e il tipo di intervento varia a seconda della diffusione della malattia. Negli stadi più precoci, quando il tumore è in una fase preinvasiva, possono essere utilizzate la criochirurgia o la chirurgia laser che utilizzano il freddo o un raggio laser per congelare o bruciare le cellule malate. Quando il tumore è un po' più diffuso, ma ancora circoscritto a una area limitata della cervice, la scelta può ricadere sulla cosiddetta conizzazione, un intervento nel quale viene asportato un cono di tessuto in corrispondenza della lesione senza compromettere la funzione dell'organo e mantenendo aperta, per esempio, la possibilità di avere figli. Se invece il tumore è più esteso, si passa all'isterectomia, un intervento che prevede l'asportazione dell'utero, e in alcuni casi si può arrivare anche alla rimozione di organi adiacenti come linfonodi, tube e ovaie. La modalità di intervento può essere in chirurgia minivasiva o a cielo aperto. Oggi con l’ausilio della laparoscopia robotica è possibile eseguire l’intervento di chirurgia radicale, necessario per questo tipi di tumore, con tecnica nerve spearing, con riduzione dei tempi operatori, delle complicanze e una migliore e più rapida ripresa delle funzioni.
- La radioterapia, che uccide le cellule tumorali con le radiazioni, è un trattamento valido in alcuni casi e del tutto indolore; inoltre le radiazioni possono colpire aree ben definite che comprendono l'utero, ma anche le zone adiacenti in caso di malattia diffusa. Oltre alla radioterapia tradizionale nella quale la fonte di radiazione èesterna, esiste oggi anche la brachiterapia, ovvero l'inserimento nell'utero di piccoli ovuli che emettono radiazioni. Sia la terapia esterna sia la brachiterapia mantengono intatto l'apparato riproduttivo e non modificano in molti casi la capacità di avere figli.
- Una terza opzione per il trattamento del tumore della cervice, riservato però alle forme avanzate o invasive, è la chemioterapia: vengono somministrati per via endovenosa diversi farmaci contro il tumore, spesso combinati tra loro, tra i quali cisplatino, paclitaxel, topotecan eccetera.
Chi è a rischio
Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della cervice è l'infezione da HPV, il Papilloma virus umano, che si trasmette per via sessuale. Ecco perché alcune misure che limitano le possibilità di infezione (uso del profilattico o vaccinazione) risultano protettive contro questo tipo di cancro pur non essendo efficaci al 100 per cento: il preservativo, per esempio, non protegge completamente dall'infezione dal momento che il virus può essere trasmesso anche attraverso il contatto di regioni della pelle non coperte dal profilattico. Al contrario, un inizio precoce dell'attività sessuale e partner sessuali multipli possono aumentare il rischio di infezione, così come un'insufficienza immunitaria che può essere legata a diverse cause (per esempio un'infezione da HIV - il virus dell'AIDS - o un precedente trapianto).
È comunque necessario ricordare che non tutte le infezioni da HPV provocano il cancro della cervice. La maggior parte delle donne che entrano in contatto con il virus, infatti, sono in grado di eliminare l'infezione grazie al proprio sistema immunitario senza successive conseguenze a livello di salute. Infine, è stato ormai accertato che solo alcuni degli oltre 100 tipi di HPV sono pericolosi dal punto di vista oncologico, mentre la maggior parte rimane silente o si limita a dare origine a piccoli tumori benigni detti papillomi e noti anche come verruche genitali.
Altri fattori che possono aumentare il rischio di tumore della cervice sono il fumo di sigaretta, la presenza in famiglia di parenti strette con questo tumore (anche se non sono stati identificati geni responsabili di una eventuale trasmissione ereditaria), una dieta povera di frutta e verdura, l'obesità e secondo alcuni studi, anche le infezioni da Clamidia e un alto numero di gravidanze. In quest'ultimo caso le ragioni dell'aumento del rischio osservato sono ancora in fase di studio.
Quanto è diffuso
Per molto tempo il tumore della cervice ha rappresentato la più frequente forma di cancro per le donne, ma negli ultimi anni il quadro è profondamente cambiato.
Nei Paesi in via di sviluppo, infatti, questo tumore è ancora la seconda causa di morte per cancro, mentre nel mondo Occidentale il numero dei casi e quello dei decessi continuano a diminuire grazie soprattutto all'introduzione del Pap-test, uno strumento di diagnosi precoce molto efficace.
In Italia ogni anno una donna su 10.000 riceve una diagnosi di tumore della cervice in forma avanzata, ma le probabilità di morire a causa di questa malattia sono inferiori all'uno per mille.
Prevenzione
Nella maggior parte dei casi le cellule che possono portare al tumore della cervice non danno immediatamente origine al cancro vero e proprio, ma generano, inizialmente, quelle che i medici chiamano lesioni precancerose. Queste lesioni sono chiamate CIN (neoplasia cervicale intraepiteliale), SIL (lesione intraepiteliale squamosa) o displasia e possono progredire lentamente nel corso degli anni verso la forma tumorale. In realtà non tutte le lesioni precancerose danno origine a un tumore: in molti casi, infatti, regrediscono spontaneamente senza alcun trattamento. È comunque fuori da ogni dubbio che prevenire la formazione di tali lesioni o diagnosticarle e curarle precocemente permette di ridurre drasticamente e quasi di eliminare l'insorgenza del tumore della cervice nella popolazione.
Limitare il numero dei partner sessuali e cercare di evitare rapporti con persone a rischio restano due consigli utili per la prevenzione, anche se la strategia vincente in questo senso si basa sui controlli ginecologici regolari.
Nel corso della visita, infatti, il ginecologo può effettuare il Pap-test, un esame veloce e indolore che permette di identificare le lesioni pre-cancerose negli stadi iniziali; a partire dall'inizio dell'attività sessuale, e comunque non oltre i 25 anni e almeno fino ai 70 anni, tutte le donne dovrebbero sottoporsi a questo esame con regolarità una volta ogni tre anni, a parte casi particolari. Esiste anche un altro test in grado di individuare la presenza del DNA del virus HPV, ma al momento di tratta di un esame consigliato solo in casi particolari dal medico dopo un'attenta valutazione del caso.
Da qualche anno, inoltre, le donne hanno a disposizione un'altra arma contro il Papilloma virus: un vaccino capace di tenere lontani i due tipi di HPV responsabili della maggior parte dei tumori della cervice (HPV 16 e HPV18). In Italia il vaccino è oggi fornito gratuitamente alle bambine al compimentyo dei 12 anni, ma sono in corso numerosi studi per valutare l'efficacia della vaccinazione anche in donne adulte con una vita sessuale attiva e in donne già entrate in contatto con il virus.
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